Il lento declino delle Acque della Salute: durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale

Scarse sono le notizie che si hanno sul declino delle Acque Della Salute.

Quel che sappiamo è che dopo l’abbandono per motivi di salute da parte della imprenditrice Eugenia Semeria, fu acquistato dopo il 1919 dai ricchi livornesi Chayes, industriali del corallo.

Si dice che lo stabilimento delle Acque della Salute cessò l’attività termale nel 1940, a causa dell’affievolirsi dell’acqua delle sorgenti.

Questa motivazione è da sempre parsa vaga e molto incerta.

Quel che sappiamo è che prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nel 1936 ancora si svolgevano le attività, come si evince da alcuni tariffari rinvenuti.

Si svolgevano inoltre molti eventi, come si evince da questo articolo datato 28 novembre 1937 pubblicato su Il Telegrafo.
Il 1938 e l’emanazione delle Leggi Razziali
Il 19 settembre 1938 vengono emanate le leggi razziali, di seguito un estratto da Il Telegrafo





Successivamente vennero approvate dal Consiglio dei ministri e divennero legge. Di seguito, la prima pagina storica del “Corriere della Sera”



Il proprietario Chayes, di origine ebrea, a causa delle leggi razziali, fu costretto a disfarsi dello Stabilimento Acque della Salute per il timore che gli venissero confiscate.

Fece un accordo con un ricco industriale di Torino, Rigamonti, a cui tramite una scrittura privata, cedette lo Stabilimento e l’Hotel Corallo. Al termine della guerra, Rigamonti avrebbe poi dovuto riconsegnare a Chayes il 50% delle proprietà cedute.

Dal 1939 iniziò la produzione industriale delle acque minerali Corallo imbottigliate direttamente nello stabilimento attraverso un moderno impianto, insieme ad altre bibite quali aranciata, chinotto, ginger e Coca-Cola. Nell’anno 1941 fu rilevata dalla Società Industria Acque Minerali, S.p.A. e nel 1948 fu ceduta alla Soc. Corallo Acque della Salute, S.p.A. Nel 1966 la Società Corallo si fuse con la Soc. Tirrena Imbottigliamento Bevande che dopo un anno, cessò di produrre le bibite e l’Acqua Corallo a favore della produzione della Coca-Cola. Il 13 dicembre 1996 la S.T.I.B. venne incorporata nella Coca-Cola Bevande Italia S.r.l. che userà la struttura soltanto come zona di stoccaggio nei capannoni sul retro dell’edificio principale.
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